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La ricerca di un senso che trascende la realtà delle cose, l’alterazione dello spazio, gli enigmi e le atmosfere sospese, gli accostamenti inconsueti e discordanti, il disorientamento… Sono tra le sensazioni che si hanno osservando le opere del giovane Cristiano Quagliozzi, artista onirico che cattura le sue visioni su fogli di piccolo formato, disegnate a china.

La selezione delle opere qui esposte nasce da una scelta derivata dal mio particolare stato d’animo di fronte a ognuna di esse. I lavori selezionati, infatti, non osservano né un ordine cronologico né sono raccolti sotto un tema preciso: discendono da un senso di disorientamento, associato al sentimento di stupore e meraviglia. L’osservazione di ognuna di esse mi ha portato a fare delle associazioni del tutto personali, che in base al mio vissuto, al mio stato d’animo, hanno dato vita a delle visioni spontanee che, a loro volta, mi hanno suggerito altre storie, altre immagini.

Attraverso un racconto generalmente sviluppato su più piani Quagliozzi trasferisce, nei suoi lavori, il dettato del suo pensiero, lontano da qualsiasi preoccupazione estetica o morale. Le sue storie prendono spunto da eventi legati alla società, a delle riflessioni sugli accadimenti del mondo, sulla cultura, sull’arte o sui vari aspetti della vita che ogni fruitore può far diventare propri. Come dichiara Cristiano: “Per me un disegno, prima di essere iniziato, è uno spazio vuoto in cui ho la possibilità di sorprendermi, scoprendo luoghi insoliti dove si animano personaggi inaspettati, tra i quali a volte mi ritrovo anch’io”. Per questi motivi che ogni sua opera si costruisce, piano dopo piano, associazione dopo associazione, senza bozzetto preparatorio, ma direttamente a china.

E’ il caso di “Melodia” o “L’artigiano” che ha cominciato a disegnare liberamente costruendo, disegno dopo disegno, le scene create nella sua mente. I suoi pensieri, che riporta sui  fogli in uno stile grafico inconfondibile, nascono infatti da un flusso di coscienza che prende corpo, via via che l’immagine prende forma.

La tensione della vita di coppia che si vive quando un rapporto è tormentato da un forte sentimento di gelosia è ben espresso nell’opera “Le corna”, con cui l’artista riflette sui tradimenti, sui controversi stati d’animo e i dubbi che  l’essere umano, vittima della paura d’infedeltà dalla persona amata, patisce anche in età avanzata. L’immagine dei due vecchietti ritratti seduti su una panca nell’atto di osservare, comunque insieme, la scena centrale davanti a loro, ruota intorno al pensiero contrastante di compiacimento e inquietudine a dover trascorrere una vita congiunta.

Ed è ancora il sentimento dell’amore, in questo caso l’epilogo doloroso della sua fine simbolicamente interpretato da un letto rovesciato, a essere rappresentato nell’opera “L’insonne”, nata da uno scritto dello stesso Quagliozzi, poi tradotto in immagine. 

La sensazione di leggerezza dell’opera “Universo” si contrappone all’atmosfera scura e claustrofobica di “TV” nella quale Quagliozzi trasporta tutte le sue più cupe impressioni vissute durante lo svolgimento di un Festival di arte stampata e disegnata a Roma, che durante i quattro giorni della sua durata, vede l’affluenza di moltissime persone in questo luogo angusto in cui si rischia di rimanere incastrati. Il senso di oppressione è ben espresso in quest’opera, nella quale traduce le sue emozioni con una sorprendente abilità grafica.

Attraverso il suo linguaggio Cristiano Quagliozzi trasferisce, nei suoi disegni, il dettato del suo pensiero colmando quel divario, a volte inaccessibile, tra la sfera dell’io e la realtà esterna.

Simona Cresci